Aeroporto di Lugano Agno: un volo difficile

Aeroporto di Lugano Agno: un volo difficile

Nel corso degli anni si sono avvicendate notizie sui record di passeggeri toccati dallo scalo di Lugano, sullo sviluppo inarrestabile delle strutture, sull’importante impatto economico, per poi passare alle criticità, al declino dei numeri e alla crisi che ormai caratterizza l’aeroporto da un buon decennio.

È di fatto uno dei principali tormentoni del panorama mediatico cantonale, in cui le cifre si sono alternate in un balzello inarrestabile e di difficile lettura. Dall'entusiasmo numerico dell'Ufficio federale dell’aviazione civile che nel 1993 prevedeva 750'000 passeggeri per il 2010, alla proposta provocatoria degli ecologisti di trasformare l'area in un campo di patate.

L'unico aspetto chiaro è che il dibattito ha assunto dei connotati dogmatici che complicano ulteriormente la situazione. Siamo infatti in presenza di chi presume a priori l'impatto imprescindibile dell'aeroporto sull'economia luganese e cantonale, chi invece è convinto che non vi siano ritorni economici significativi, tutt’altro.

Come uscirne? Come sviluppare dati e analisi in grado di supportare una presa di decisione quanto più oggettiva su questo tema?

Una ricerca condotta da un istituto accademico serio e indipendente costituisce solitamente un passo in avanti notevole per risolvere questo tipo di situazione, prima di procedere con ulteriori investimenti. Purtroppo nel caso dell’aeroporto di Agno, lo studio presentato nel 2019 non sembra aver portato le risposte auspicate: in sintesi la ricerca condotta a San Gallo indica che per far sopravvivere la struttura è necessario immettere ingenti liquidità. Così facendo, tra vent’anni –se tutto va bene- sarà raggiunta la parità di bilancio.

Una situazione di stallo. Per riuscire a capire quali scenari promuovere, sarebbe utile a questo punto allargare l’analisi ad alcuni aspetti fino ad oggi poco considerati.

Da decenni media e ricercatori evidenziano il potenziale interessante dello scalo luganese. Un potenziale rimasto inespresso per anni, malgrado la crescita costante e sostenuta del settore dell’aviazione civile. Se realmente vi fosse un potenziale economico, questo sarebbe sicuramente l’oggetto d’interesse da parte delle numerose compagnie che operano nei cieli europei. Questo è un aspetto importante nell’impostazione strategica dell’aeroporto: è infatti possibile continuare a operare anche con un potenziale minore, se l’attività ha un interesse non solo economico ma anche politico, sociale e comunicativo.

Da un punto di vista dell'organizzazione territoriale, è inutile parlare di strategie e di importante snodo se non viene risolto un problema troppo spesso dimenticato: gli aeroporti sono dei luoghi iperconnessi: metropolitana, treni, autostrade garantiscono flussi in entrata e in uscita rapidi verso i centri urbani: i due poli vivono in simbiosi. Lugano Agno in questo senso non potrà mai sopravvivere se le condizioni rimarranno quelle attuali: di fatto un aeroporto disconnesso dal centro urbano e dai flussi di riferimento.

Per quello che riguarda il marketing è interessante notare come la comunicazione dello scalo di Agno si sia fermata agli anni Ottanta, focalizzata essenzialmente su tempi ridotti per il check-in e sul concetto di aeroporto boutique. Peccato che nel frattempo gli aeroporti abbiano investito miliardi per coprire anche quelle fette di mercato, accelerando i tempi d’imbarco e offrendo lounge di lusso in grado di soddisfare anche i clienti più esigenti. Sempre sul tema della qualità del servizio è importante rilevare che gli aeromobili in grado di volare da/su Agno non raggiungono i livelli di confort di quanto proposto dai nuovi modelli che operano su larga scala.

Dal punto di vista organizzativo sarebbe utile rinunciare alla visione politicizzata che troppo spesso caratterizza le organizzazioni ticinesi: nei consigli d'amministrazione dovrebbero sedere specialisti del settore, non rappresentanti politici. La storia dell’aviazione ticinese è oggi fortemente condizionata da questo modello dirigenziale, un aspetto che ha avuto un forte impatto sullo sviluppo di Agno e degli altri scali ticinesi (Magadino, Lodrino, Ambri Piottà).

Un ultimo aspetto da considerare è l’accelerazione tecnologica. La galleria di base del Ceneri è quasi una realtà e stravolgerà il nostro concetto di spazio regionale, avvicinando ulteriormente gli scali di Milano e Zurigo. Ma è solo una tappa: nel mondo si stanno realizzando altre linee sempre più veloci come l'SCMaglev e l'Hyperloop. Non si tratta di fantascienza o di progetti a valenza accademica, ma di industrie ambiziose che mobilitano investimenti miliardari. Il futuro è dietro l’angolo e questo può avere delle implicazioni sulle scelte di una struttura che già oggi fatica a trovare il suo collocamento.

Roland Hochstrasser, geografo

2018

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