Da qualche anno Internet è entrato prepotentemente nelle nostre vite, modificando abitudini e percezioni in modo trasversale, in tutte la categorie d’età, sociali, professionali. Questo nuovo canale permette un accesso diretto e libero a tutte le informazioni. Ma è davvero così?
In ambito culturale probabilmente no, o perlomeno non completamente. Se è vero che su Internet, divenuto un catalogo pressoché infinito di informazioni aggiornate, desuete, false, complete, parziali, è sempre possibile trovare almeno un risultato alle nostre ricerche, è altresì vero che gli esiti potrebbero essere numericamente e qualitativamente superiori. In concreto, lo studente che elabora uno studio su di un soggetto legato al nostro territorio può affidarsi semplicemente a contenuti raccolti su enciclopedie globali, come Wikipedia, e su siti tematici di varia origine. Queste fonti, però, non sempre garantiscono la solidità scientifica o la completezza necessaria per la redazione di una ricerca affidabile. Come porre rimedio a questo inconveniente?
Sàmara è una risposta concreta al problema. Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, per il tramite del Sistema per la valorizzazione del patrimonio culturale (SVPC), offre questo portale online allo scopo di facilitare e migliorare l’accessibilità ai patrimoni culturali ticinesi. Viene così consentita la consultazione di fonti sicure e quanto più possibile complete in cui ricercare libri, immagini, oggetti, toponimi e altri contenuti legati al nostro patrimonio. L’utente può ad esempio visualizzare l’immagine e le informazioni che riguardano il San Pietro in carcere di Giovanni Serodine, dipinto custodito presso la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, oppure scaricare le pubblicazioni realizzate dagli istituti culturali del Cantone; può visualizzare i fondi fotografici dell’Archivio di Stato o ascoltare le conferenze proposte nelle Biblioteche cantonali.
Il patrimonio è di tutti e ci appartiene. E possiamo appropriarcene solo se viene reso accessibile in ogni sua forma, materiale o immateriale, analogica o digitale, mobile o immobile.
Una visita alla mostra «Il patrimonio si racconta. Valori e visioni culturali nel Cantone Ticino», allestita dal 4 settembre e il 7 ottobre al Castello di Sasso Corbaro, consentirà di ammirare gli oggetti esposti dai nove istituti e programmi di ricerca coinvolti e di apprezzarne le peculiarità. Nel caso del SVPC, l’oggetto fisico non ha particolare rilevanza. I progetti promossi da questo servizio sono fruibili ovunque utilizzando qualsiasi dispositivo elettronico collegato ad una rete (computer, smartphone o tablet). Il contesto di fruizione, invece, ha la sua importanza. Accedere ai portali web lungo il percorso espositivo, circondato da oggetti fisici, genera nel visitatore una visione più completa e articolata, in cui l’esperienza dal vivo e la cosiddetta «realtà aumentata» si integrano tra loro. Venite dunque al Castello per ascoltare in prima persona quello che ci può raccontare, attraverso varie modalità, il patrimonio culturale ticinese.
Roland Hochstrasser
La Regione, 10 settembre 2018