Globetrotter: un nuovo modo di viaggiare

Globetrotter: un nuovo modo di viaggiare

A partire dalla fine del XIX secolo si manifesta una nuova forma di viaggio, praticata dai globetrotters. Questi viaggiatori vissero una stagione d’oro nei primi decenni del Novecento, proponendo spedizioni improbabili con mezzi improvvisati e finanziando spesso il viaggio con la vendita di cartoline illustrate.

Un nuovo fenomeno sociale

Nel XIX secolo e nella prima parte del XX secolo il turismo è ancora un fenomeno strettamente legato a una clientela facoltosa, aristocratica o borghese. Il turista soggiorna generalmente in stazioni alla moda allo scopo d’acquisire un certo statuto sociale. Con la fine della guerra franco-prussiana (1870-1871) si assiste all’aumento progressivo dell’offerta e della domanda turistica. Si tratta di attività strettamente legate ai ceti abbienti della società. Gli inglesi in questo settore sono dei precursori: Thomas Cook organizza nel 1872 il primo giro del mondo turistico.

I globetrotters sono il primo sintomo del cambiamento che si affermerà nel XX secolo: la democratizzazione delle pratiche turistiche. La crisi economica del 1929 rappresenta una sorta di punto finale del turismo aristocratico. La nuova industria turistica prende progressivamente il sopravvento, favorita dall’introduzione dei congedi pagati, le ferie. Negli Stati Uniti vengono introdotte nel 1914, in Italia nel 1924, nel Regno Unito e in Germania nel 1934, in Francia nel 1936. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si assiste alla crescita esponenziale delle pratiche turistiche nei paesi industrializzati.

I globetrotters

Le iniziative turistico-avventurose documentate a partire dalla fine del XIX secolo sono eterogenee: giro del mondo, passeggiate trans-continentali, percorsi di vario interesse, realizzati in solitaria o in compagnia di persone o animali.

I personaggi più conosciuti hanno goduto di un impatto notevole sui media dell’epoca. Le vicende dei capostipiti sono dunque ben documentate:

  • I fratelli Louis e Temple Abernathy sono ricordati per aver affrontato diversi viaggi "Ocean To Ocean" e in solitaria a partire dal 1909 all’età di 9 e 5 anni. Nel 1911 percorsero a cavallo la tratta New York – San Francisco in 62 giorni, il nuovo record di velocità per l’epoca.
  • John Albert Krohn, conosciuto con gli pseudonimi “Colonial Jack” e “Sailor Jean”, spinse una carretta lungo il perimetro degli Stati Uniti d’America. Partito da Portland (Maine) nel 1908, percorse 9'024 miglia consumando 11 paia di scarpe. Concluse il periplo ritornando al punto di partenza dopo 357 giorni di cammino.
  • Luigi Masetti, il primo e forse il più conosciuto cicloturista italiano dell’Ottocento. Dal 1892 al 1900 percorse decine di migliaia di kilometri in giro per il mondo. Nel 1892 percorse 3'500 km sulle strade del Vecchio Continente. L'anno seguente, sponsorizzato dal Corriere della sera, parti da Milano per raggiungere la World Columbian Exposition a Chicago. Nel 1900 si dedicò a un viaggio di 18'000 km tra Italia, Marocco, Nord Europa, Russia, Turchia.
  • Nel 1888, Elizabeth Jane Cochran, in arte Nellie Bly, suggerì al proprio editore l'idea di tradurre in realtà la finzione descritta nel libro "Il giro del mondo in 80 giorni". Il 14 novembre 1889, Nellie partì da New York per intraprendere il viaggio intorno al mondo. La reporter percorse 24'899 miglia in settantadue giorni, sei ore, undici minuti e quattordici secondi.
  • Elizabeth Bisland Wetmore fu una giornalista americana che tra il 1889 e il 1890 si cimentò in una gara di velocità attorno al mondo con la ben più celebre Nellie Bly. Il 14 novembre 1889 le due giornaliste partirono da New York: Nellie Bly, sponsorizzata dal quotidiano New York World, partì verso Ovest, mentre Elizabeth Bisland, sponsorizzata dal mensile Cosmopolitan, partì verso Ovest. La Bisland rientrò dopo 76 giorni di viaggio.
  • Thomas Stevens è considerato il primo uomo ad aver percorso il giro del mondo con il velocipede. Stevens partì da San Francisco il 22 aprile 1884, dirigendosi verso est, e facendovi ritorno nel 1887.
  • A partire dal 1860, Edward Payson Weston divenne una vera e propria icona, guadagnadosi da vivere con le sue camminate transcontinentali. All’età di 70 anni si permise di percorrere a piedi la transamericana tra New York e San Francisco, percorrendo 4'000 miglia in 104 giorni.

Alcuni personaggi fantasiosi hanno realizzato imprese eccentriche, che sono saltuariamente presenti nelle cronache dell’epoca.

  • Negli anni Dieci del Novecento il francese Baruet partì per un giro del mondo di 10'000 km, spingendo un barile di 300 kg.
  • L'olandese Takkenberg partì da Amsterdam il 12 novembre 1923, destinazione Marsiglia. Decise di percorrere i 1'500 kilometri che separano le due località saltando per circa 1,5 milioni di volte.
  • Nel 1915 Patrick Harmon si impegnò a percorrere la trans-continentale camminando all'indietro. Partito da San Francisco, aveva a disposizione 260 giorni per raggiungere New York.
  • Plennie L. Wingo negli anni Trenta del Novecento percorse a piedi, all'indietro, la strada che separa Santa Monia, in California, da Istabul, in Turchia. Questa camminata atipica di 13'000 chilometri gli permise di entrare nel Guiness Book of World Records.
  • Geo. M. Schilling partì da New York nel 1897 vestito con dei giornali e senza soldi. Attraversò gli Stati Uniti, l’Australia, l’Asia, l’Africa, l’Europe e nel 1905 fece di nuovo ritorno a New York, dopo aver percorso 53’000 miglia. Nel 1908 partì nuovamente, questa volta accompagnato da una "Air-Ship", una sorta di veicolo camuffato da dirigibile, alla volta di Gran Bretagna ed Europa. Nel 1911 partì per un giro del mondo a piedi con un globo raffigurante il pianeta dal diametro di 7 piedi, all’interno del quale dormiva. Complessivamente percorse 118’000 miglia.
  • Harry Bensley si lanciò nel viaggio attorno al mondo portando una maschera di ferro. Conosciuto con il nome “The Man in the Iron Mask” aveva quale obiettivo i 100’000 dollari messi in palio dalla scommessa tra John Pierpoint Morgan e Hugh Cecil Lowther Lonsdale. Partì da Trafalgar Square il 1.o gennaio 1908. Le attestazioni successive sono rare, tanto da lasciare il dubbio sull’effettiva realizzazione del progetto.

Le motivazioni

Ma quali possono essere le motivazioni che hanno spinto persone normali a lanciarsi in avventure così estreme?

È possibile identificare alcuni fattori che sono spesso citati dai protagonisti: una scommessa, la voglia di notorietà, il desiderio di stabilire un primato su percorsi inediti, oppure per attirare l’attenzione su tematiche pubbliche o per la raccolta di fondi. Anche il contesto storico ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di questa nuova forma di turismo. In particolare il colonialismo e l’imperialismo hanno determinato un desiderio di conquista e di esplorazione geografica anche tra i ceti meno abbienti.

Senza dimenticare l’impronta indelebile lasciata nell’immaginario collettivo da Phileas Fogg. Questo eccentrico personaggio inglese è il protagonista del romanzo “Il giro del mondo in 80 giorni”, pubblicato da Jules Verne nel 1872. L’interesse generale nei confronti del viaggio viene anche sostenuto dal grande sviluppo del ciclismo registrato a partire dal 1880.

Storie dimenticate

I globetrotters sono stati per decenni delle celebrità effimere che giungevano inattesi in paesi e città. Le loro gesta, oggi, sono scarsamente documentate, relegate a fenomeno secondario della storiografia moderna. È possibile trovare qualche informazione negli articoli apparsi sui quotidiani locali o nelle cartoline che ritraggono il protagonista e che oggi si celano in archivi e fototeche.

Molte di queste vicende rimangono incompiute, difficili da ricostruire e verificare. Molte storie sono solo abbozzate, documentate da articoli sparsi e sconnessi. Solo nei casi più mediatizzati possiamo ricostruire per intero gli eventi. Senza dimenticare che moltissimi altri globetrotters non hanno lasciato tracce delle loro avventure.

Certo è che le difficoltà che dovevano affrontare questi giramondo erano innumerevoli. Basti pensare alle condizioni della rete stradale, spesso precaria, o alla cartografia ancora limitata che supportava l’orientamento dei viaggiatori, o alla diffidenza delle autorità locali. Senza contare poi le difficoltà d’ordine tecnico, in particolare per coloro che partivano con mezzi meccanici. Non da ultimo possiamo annoverare i problemi d’ordine sociale e culturale, in particolare per le avventuriere di sesso femminile.

Bibliografia

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  • Krohn J. A., The walk of Colonial Jack: a story of a long distance walker, Printed by the Winchester Star, 1910
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  • Onfray M., Filosofia del viaggio : poetica della geografia, Milano, Ponte alle Grazie, 2010
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  • Weston E. P., The pedestrian, being a correct journal of "incidents" on a walk from the state house, Boston, Mass., to the U.S. Capitol, at Washington, D.C., performed in "ten consecutive days," between February 22d and March 4th, 1861
  • Wingo P. L., Around the world backwards, The Restless Texan Who Walked, Eakin Press, 1982


Roland Hochstrasser, Geografo
Pubblicato su Wikipedia.org, www.museodelviaggio.org