Nel 1872 Jules Verne pubblica un romanzo che ancora oggi, 140 anni dopo, tutti conoscono e apprezzano per la forza evocativa: Le tour du monde en quatre-vingts jours.
La storia narra le vicende di Phileas Fogg, un ricco galantuomo londinese abitudinario, sedentario, riservato. Il 2 ottobre 1872, narra il libro, Fogg lascia la sua residenza di Saville Row e si reca come consuetudine al Reform Club. Come ogni giorno, alle undici e mezzo raggiunge la sede del club dopo aver collocato 575 passi.
L’enigmatico protagonista si lascia coinvolgere in una discussione con alcuni soci del club che, partendo dai recenti avvenimenti, in particolare il furto di 55'000 sterline, si mettono a discutere sulla facilità per il ladro di dileguarsi in un mondo sempre più piccolo. Phileas Fogg finisce con l’accettare la scommessa lanciata dal Signor Stuart e sostenuta dai colleghi Fallentin, Sullivan, Flanagan e Ralph. I gentlemen scommettono ventimila sterline sull’impossibilità di percorrere il giro del mondo in 80 giorni. Il nostro protagonista parte da Londra la sera stessa, dove tornerà vincendo la scommessa 80 giorni dopo, il 21 dicembre.
Resi famosi dal celeberrimo Phileas Fogg, i globe-trotters vissero una stagione d’oro nei primi decenni del Novecento. Fantasiosi e intrepidi, realizzarono le spedizioni più improbabili con mezzi spesso improvvisati, finanziando il viaggio con la vendita di cartoline illustrate o di altri souvenirs. I globe-trotters sono stati per decenni delle celebrità effimere che giungevano inattesi in paesi e città dove riscuotevano un certo successo. Le loro gesta, oggi, sono scarsamente documentate, relegate spesso a fenomeno secondario poco interessante per la storiografia moderna.
Uno degli scopi primari del sito Museo del viaggio (www.museodelviaggio.org) è di rendere omaggio a quelle donne e a quegli uomini che si sono avventurati su strade sconosciute, con mezzi spesso improvvisati, suscitando fascino e meraviglia che rimangono tuttora invariati.
Roland Hochstrasser