Una volta, in un articolo, io stigmatizzai l’atteggiamento di uno di questi tizi che si permettono di dire che teorie scientifiche come quella dell’evoluzione siano “solo teorie”, ed affermai che il tizio in questione, chiaramente, non sapeva nulla di scienza. In seguito a ciò, un quattordicenne mi scrisse una lettera nella quale dichiarava che le teorie erano soltanto “congetture assurde”, e che lui lo sapeva bene, in quanto gliel’avevano detto i suoi insegnanti. Rinnegò con parole infiammate la validità della teoria dell’evoluzione e mi disse con orgoglio che a scuola pregava perché nessuna legge poteva impedirgli di farlo. Allegò alla lettera una busta affrancata, con il suo indirizzo, perché voleva sapere quale fosse la mia opinione sugli argomenti da lui toccati. Giudicai più che giusto rispondergli. In poche righe gli chiesi di considerare attentamente l’eventualità che i suoi insegnanti fossero digiuni di scienza quanto lui. Gli suggerii inoltre che nella sua prossima preghiera implorasse Dio di concedergli un’istruzione, in modo che non dovesse restare così ignorante tutta la vita.
La città è il più durevole e stabile modo di organizzazione sociale dell’umanità, sopravvissuto a tutti gli imperi e le nazioni cui ha presieduto. Ad esempio, malgrado gli Imperi Bizantino e Ottomano siano scomparsi da tempo, Costantinopoli, ora Istanbul, vive come centro di commercio e di cultura il cui raggio geografico d’influenza si estende assai più in là di quello di tali imperi, malgrado non sia più la capitale della Turchia. La città è la vera forma globale senza tempo.
Khanna, Parag. Connectography: Mapping the Global Network Revolution. London: Weidenfeld & Nicolson, 2016.
Lasciando da parte le considerazioni scientifiche, ci sono tre motivi che impongono all’umanità di viaggiare nello spazio. Il primo è l’eliminazione dei rifiuti; dobbiamo trasferire nello spazio i processi industriali, perché la terra possa rimanere un luogo verde e piacevole, dove abiteranno i nostri nipoti. Il secondo motivo è legato all’esaurimento delle risorse; le risorse del nostro pianeta sono limitate e non potremo eternamente permetterci di rinunciare a sfruttare l’abbondanza di energia solare, di minerali e di spazio vitale che stanno all’esterno del nostro pianeta. La terza ragione è la nostra necessità spirituale di avere una frontiera aperta. Lo scopo ultimo del viaggio spaziale è quello di portare all’umanità non soltanto qualche scoperta scientifica e qualche spettacolare trasmissione televisiva, ma un vero ampliamento del nostro spirito.
Dyson, Freeman J. Turbare l’universo. Nuova ed. accresciuta. Torino: Bollati Boringhieri, 2010.